La lunga strada verso la libertà
Questo è il titolo del percorso che abbiamo fatto al museo del Risorgimento che ha sede all’interno del settecentesco Palazzo Moriggia, progettato da Giuseppe Piermarini, lo stesso architetto che ha realizzato il Teatro alla Scala.
I nostri pensieri in “libertà” :
“Non avevo mai riflettuto sul fatto che le pareti di un museo potessero cambiare colore a seconda del contesto storico a cui si riferiscono, ad esempio blu durante la dominazione francese, grigie durante il periodo della Restaurazione, rosse durante le sanguinose guerre per ottenere l’indipendenza, verdi una volta raggiunta l’Unità d’Italia”.
“La cosa che più mi ha colpito e mi ha fatto sentire fiero della mia città è il modo in cui Milano ha lottato e si è battuta per la libertà. Nei quadri che raffigurano Le cinque giornate ho visto un popolo animato da passione e spirito rivoluzionario che ha contribuito nel 1861 alla conquista dell’unità d’Italia”.
“Questa visita mi ha aiutato a capire cose che sul libro di storia non si riescono a cogliere. Ogni periodo storico porta con sé diversi aspetti umani difficilmente descrivibili a parole, il fatto di vedere opere d’arte, armi, uniformi, cimeli e documenti dal vivo suscita emozioni che aiutano a comprendere meglio quello che è accaduto nel nostro passato”.
“A me è piaciuta molto la grande tela che raffigura la battaglia di Magenta combattuta durante la seconda guerra d’indipendenza, tra l’impero austriaco e la Francia. Da questo triste evento ha preso il nome il colore magenta per il colore della terra che era impegnata di sangue alla fine della battaglia. Nei volti dei soldati si leggeva la disperazione a causa di una battaglia violentissima che vide più di duemila morti. L’artista ha rappresentato i soldati con i volti tutti uguali, per sottolineare che fra loro non c’erano differenze, erano tutti solo obbligati a combattere”.
“ Io sono stata molto colpita dalle sale napoleoniche, soprattutto dal busto in marmo, lo scettro e il grande matello verde e oro che rappresentano Napoleone quando si proclama nel 1805 re d’Italia e durante l’incoronazione si pone da solo la Corona Ferrea sul capo esclamando” Dio me l’ha data e guai a chi me la tocca”.
“Io sono rimasto impressionato dal coinvolgimento dei cittadini durante i moti rivoluzionari del Risorgimento perché ognuno diede il suo contributo, mettendo a disposizione quel poco che aveva per costruire grandi barricate e contribuire al raggiungimento di un ideale comune. Forse nella mia città si è perso il senso di famiglia, ormai non si avverte più la stessa solidarietà che c’era una volta tra i cittadini”.
Classe 3A
0